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'Ndrangheta a Reggio Calabria, ricorso inammissibile. Assoluzione definitiva per Laurendi, Alvaro e Occhiuto

La Corte di Cassazione

Ricorso «inammissibile» e assoluzioni confermate. La Corte Suprema di Cassazione, come già disposto dalla Corte d'Appello di Reggio, ha concluso per l'estraneità alle accuse, rendendo adesso definitiva l'assoluzione, delle tre persone sul banco degli imputati. Nello specifico assoluzione «perché il fatto non sussiste» dal reato di associazione mafiosa per Domenico Laurendi, difeso dagli avvocati Emanuele Genovese ed Antonio Saffioti; di Antonio Alvaro (classe 1966), difeso dall'avvocato Francesco Calabrese; e sempre con formula ampia - «perché il fatto non costituisce reato», Carmelo Giuseppe Occhiuto, difeso dall'avvocato Valeria Iaria. Gli ultimi due accusati di intestazione fittizia di beni con l'aggravante mafiosa di aver agevolato gli interessi e i progetti criminali delle cosche. L’inchiesta “Xenopolis” ha svelato il ruolo egemone della storica famiglia di ’ndrangheta Alvaro, che secondo l’Antimafia reggina partendo dalla roccaforte Sinopoli avrebbe realizzato «proiezioni economiche, commerciali e politiche attraverso i suoi personaggi di vertice», riuscendo anche a ritagliarsi un ruolo importante nella città di Reggio.

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