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Reggio, affari con le cosche? La Dda chiede 66 anni di carcere

Il processo si avvia alla fase conclusiva davanti al Tribunale collegiale

Il tribunale di Reggio Calabria

Battute finali per il processo “Monopoli”. I pm antimafia Stefano Musolino e Walter Ignazitto hanno ricostruito le fasi salienti dell’indagine, soffermandosi soprattutto sulle figure di Michele Surace, Andrea Francesco Giordano e Carmelo Ficara e hanno ultimato la loro requisitoria con la richiesta più pesante che è stata formulata nei confronti dell’imputato Michele Surace (15 anni di reclusione), accusato di associazione mafiosa; tredici anni di carcere, invece, sono stati chiesti per Andrea Francesco Giordano. Secondo la Procura antimafia, i due imputati sarebbero gli «imprenditori di riferimento» della cosca Tegano e degli altri clan di ’ndrangheta; avrebbero interloquito con personaggi apicali delle varie articolazioni territoriali della ’ndrangheta concordando le strategie necessarie a investire i proventi illeciti e assicurare la partecipazione delle consorterie nel settore immobiliare e del gioco del bingo. Il tutto avvalendosi della forza d’intimidazione mafiosa, per lavorare in condizione di monopolio. Dodici anni di reclusione, invece, i due pm li hanno chiesti per il noto imprenditore Carmelo Ficara, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo i pubblici ministeri, Ficara «stringeva un patto sinallagmatico» con la cosca De Stefano e attraverso questa «espandeva le sue attività economiche a carattere speculativo immobiliare, imponendosi come uno dei principali imprenditori cittadini in tale settore, consentendo alla ‘ndrangheta d’infiltrarsi nella gestione di tali attività economiche lecite».

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