La costruenda discarica di Melicuccà potrebbe interferire con le falde acquifere del Vina. È un organo terzo e imparziale come il Consiglio nazionale delle Ricerche che lo ipotizza dopo le verifiche e i sopralluoghi in quella che dovrebbe essere la valvola di sfogo per la spazzatura prodotta nell’area metropolitana reggina. Bisogna arrivare alla fine delle 102 pagine di dati tecnici a risalire alle conclusioni di cui sopra: «I rilievi geofisici e geologici hanno messo in evidenza quanto segue: al di sotto dell’area di discarica è presente un sistema di accumulo di sacche d’acqua nelle sabbie plioceniche ed in parte anche nella formazione granitoide fortemente fratturata. Queste sacche idriche presenti nel sottosuolo dell’area di discarica sono alimentate dalle acque meteoriche ed in parte dal flusso idrico proveniente dalla parte sud dell’area di discarica. I contributi idrici suddetti vengono intercettate da lembi limosi presenti nella parte alta delle sabbie plioceniche, sicché questo genera l’allineamento di sorgenti presenti alle quote di 520-525 m. Inoltre queste acque possono continuare il loro flusso per ruscellamento e fornire contributo di entità non definibile, alle acque prima del torrente Arena e successivamente del torrente Vina. Le suddette sorgenti, almeno quelle di competenza del versante ad est dell’area di discarica, vengono alimentate anche da acque sotterranee provenienti dell’area di discarica».
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