La sezione Misure di prevenzione della Corte d’appello di Reggio Calabria – composta da Bruno Muscolo, presidente, e dai consiglieri Vincenzo Cefalo e Caterina Asciutto – in totale accoglimento dell’appello proposto dall’avvocato Leone Fonte, ha annullato la confisca con la conseguente restituzione della ditta “Ursini Lina” attiva nel settore degli inerti e del calcestruzzo con sede in Gioiosa Jonica, nonché ha revocato la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per 3 anni disposta dal Tribunale di prevenzione nei confronti dell’imprenditore Gianluca Scali di Gioiosa Jonica.
Il sequestro della ditta e di altri immobili e conti correnti bancari era stato disposto dal Tribunale sulla scorta di una serie di indagini nelle quali il 49enne Scali è risultato coinvolto. Si tratta di due procedimenti penali, “Cumbertazione”, attualmente pendente innanzi al Tribunale di Palmi con l’imputazione di associazione mafiosa, e “Mandamento Jonico”, nel quale l’imprenditore era imputato per intestazione fittizia di beni aggravata dal metodo mafioso. In tale contesto era stato ipotizzato dalla Dda che Scali fosse il vero dominus dell’impresa, fittiziamente intestata alla madre, ed operando con metodo mafioso sarebbe riuscito a controllare le commesse per le forniture di calcestruzzo con riferimento ad una serie di lavori nella Locride dove, tra l’altro, era riuscito ad ottenere anche il conferimento dei lavori dell’appalto per la costruzione del nuovo Palazzo di Giustizia di Locri.
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