In relazione agli insediamenti precari, la tendopoli di San Ferdinando ospita circa 300 persone, in condizioni di totale abbandono. È presente solo un presidio costante dei Vigili del Fuoco nel piazzale limitrofo, ma da agosto 2020 la cooperativa che la gestiva dal 2018 ha lasciato il campo per mancato rinnovo del contratto. Il sindaco di San Ferdinando, Andrea Tripodi, ha comunicato ai braccianti, con un volantino affisso nella tendopoli, l’obbligo di lasciare l’insediamento entro il 15 agosto; ma in assenza di soluzioni abitative alternative, circa 200 migranti sono rimasti nell’area. MEDU attesta come la tendopoli versi in condizioni drammatiche, in assenza di servizi essenziali quali l’elettricità, l’acqua calda, un servizio di smaltimento rifiuti e di manutenzione dei servizi igienici. Nelle tende, più persone condividono spazi molto limitati e per riscaldarsi accendono fuochi o allestiscono stufe di fortuna, con un elevato rischio di incendi e gravi conseguenze per la salute. «È questo il trattamento che meritiamo? L’acqua calda non esiste, ci sono solo due bagni funzionanti per 300 persone e da tempo non abbiamo elettricità; senza illuminazione siamo anche esposti ai pericoli. La situazione non è mai stata così difficile» racconta C., un imam che ha vissuto nella tendopoli fin dal suo allestimento.
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