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Locri, Antonio Cataldo e le “fughe di notizie”: «Mio cugino sapeva già del suo arresto»

I verbali del 58enne collaboratore di giustizia agli atti del processo d'appello “Mandamento Ionico”

Il tribunale di Reggio Calabria

I titolari di un negozio di frutta di Locri «pagavano ai Cataldo una percentuale sugli appalti che vincevano per le forniture al carcere, all’ospedale ed alla scuola alberghiera. Venivano favoriti dai Cataldo sugli appalti». È uno dei passaggi più significativi dei verbali del collaboratore di giustizia Antonio Cataldo (cl. 1964) depositati dalla Procura generale di Reggio Calabria, nello specifico dal dott. Francesco Tedesco, nella richiesta di riapertura dell’istruttoria dibattimentale dell’appello del maxi processo “Mandamento Ionico” in atto davanti alla Corte d’ppello di Reggio Calabria, che devono valutare l’istanza sulla base del contenuto delle dichiarazioni fornito dalla pubblica accusa.
La Procura ha depositato stralci di quattro verbali di dichiarazioni rese dal 58enne Cataldo nel corso della collaborazione, relativi ai giorni 5 ottobre e 27, 29 e 30 novembre 2021, contenenti molti omissis e alcuni spunti relativi appunto a imputati del maxiprocesso “Mandamento Ionico”, sia per quanto riguarda il filone dell’ordinario sia quello dell’abbreviato.
Tra i dati che sono stati resi pubblici non c’è solo il particolare degli interessi che avrebbero avuto i componenti della famiglia Cataldo negli appalti per la fornitura della frutta e verdura. Emergono dati anche su alcune fughe di notizie relative a indagini in corso delle quali il gruppo Cataldo sarebbe venuto a conoscenza attraverso un proprio legale di fiducia, il quale, secondo il collaboratore «che io sappia aveva amicizie a Reggio Calabria che gli permettevano di sapere in anticipo di perquisizioni e mandati di cattura. In tal senso, ad esempio, ha informato mio cugino Antonio Cataldo, nel 2013, del suo arresto prima dell’esecuzione. Questa cosa mi fu detta da mio cugino qualche giorno prima del suo arresto nel 2013. Era appena uscito e mi disse che sarebbe stato arrestato a breve e che gli era stato riferito da M (“che c’è qualcosa contro di me”, per la precisione mi disse mio cugino) ma che non sarebbe scappato perché aveva un obbligo di firma e la fuga gli avrebbe comportato alcuni anni in più di pena».

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