Giornata particolarmente “calda” al Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria. Se la lunga fila di vaccinandi è un fatto positivo sulla strada che porta alla messa in sicurezza della popolazione (oltre 400 le somministrazioni di ieri), sicuramente suonano come deplorevoli gli atti di provocazione che continuano a verificarsi da parte di “no vax” nei confronti del personale che svolge il proprio compito con dedizione in un momento molto difficile della storia della pandemia. Anche in riva allo Stretto quindi si sono verificati episodi che a macchia di leopardo si sono verificati in tutto il Paese.
«Anche ieri si sono ripetute scene simili; siamo stati costretti a chiedere aiuto alla Polizia perché la situazione non degenerasse», commenta la responsabile del centro vaccinale del Gom, Francesca Ravenda, con accanto il suo “braccio destro” Luciano Amaddeo e il presidente dell'Ordine degli Odontoiatri della provincia reggina, Filippo Frattima. Rilancia il dottore Carmelo Mangano, oggi in pensione, che ha messo la sua esperienza a disposizione dell'ospedale della città dello Stretto in queste fasi drammatiche legate alle continue ondate del Covid-19: «È cambiato un mondo. Prima la consulenza ci veniva sollecitata per chiarire alcuni aspetti legati al vaccino, per tranquillizzare ed anche per consigliare sulla tipologia. Adesso, sono in tanti a chiederci di essere esentati, adducendo come scusa la presenza di patologie varie. Ovviamente, noi continuiamo ad agire secondo scienza e coscienza perché è questa la nostra missione ma resta tutto il paradosso di una situazione per la quale proprio chi vive condizioni di fragilità dovrebbe non perdere ulteriore tempo e mettersi in protezione piuttosto che cercare vie di uscita in una fase in cui, tra l'altro, si intensificano le strette governative». In effetti le rigide norme in tema di green-pass adottate dal governo restringono parecchio le attività e la libertà di movimento per chi non è vaccinato.
In prima linea sul fronte, il reparto di Malattie infettive che ha in gestione una fetta cospicua di pazienti ed il cui primario Giuseppe Foti è entrato a fare parte del gruppo tecnico regionale per l'emergenza Covid-19, ovvero la task force sanitaria creata dalla dirigente del dipartimento Tutela della Salute Iole Fantozzi, su input del presidente Roberto Occhiuto. Osserva il dottore Saverio De Lorenzo: «È saltato il sistema del tracciamento; è mancato il rispetto delle regole comuni e l'uso delle mascherine tra i giovani è un optional. Tutto questo ha portato a una forte pressione ospedaliera con il rischio sempre più preoccupante della saturazione dei posti letto. In questo quadro, il vaccino resta sempre lo spartiacque fondamentale tra chi lo ha effettuato e, pur potendo ugualmente contrarre il virus, evita comunque conseguenze gravi, soprattutto la compromissione polmonare e chi, invece, non avendo fatto questa scelta rischia in termini di vita. Infine - conclude sempre Saverio De Lorenzo - non può certo sfuggire la considerazione che i numeri dei vaccinati in Calabria di questo periodo sono più alti rispetto al resto di Italia perché fino al momento è mancata la giusta adesione al programma di immunizzazione».
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