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Tendopoli di San Ferdinando, la denuncia della Caritas: «Acqua calda a 50 centesimi»

Una situazione definita «disumana». Nel totale abbandono, i migranti si industriano così

La tendopoli di migranti a San Ferdinando

«La tendopoli abbandonata a sé stessa è divenuta una nuova baraccopoli». Lo afferma con “amarezza” Cecè Alampi, direttore della Caritas diocesana di Oppido Mamertina-Palmi, a proposito della situazione a San Ferdinando. «Siamo al buio, senza energia elettrica, perché il quadro generale è andato in fumo per il sovraccarico a cui è stato sottoposto, con gli allacci abusivi tramite fili volanti che attraversano tutta la baraccopoli – racconta il responsabile, da anni impegnato con la Caritas nell’assistenza ai migranti che arrivano sul territorio –. I bagni e i servizi igienici sono ormai fuori uso, con il liquame che si riversa fuori dai tubi spaccati, le tende logore e strappate non riparano più niente e dove il freddo pungente di questi tempi si fa sentire, con la pioggia che entra dentro facilmente».
Una situazione di abbandono a cui «si aggiunge che il lavoro ormai non basta per i circa 350 immigrati. Cercano di sopravvivere facendo ogni tipo di attività – aggiunge Alampi – e inventandosi, nella stessa baraccopoli, il riscaldamento dell’acqua, che vendono a cinquanta centesimi al secchio a chi ritorna dal lavoro e vuole lavarsi con acqua calda».

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