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Rifiuti, Piano d'Ambito e impianti a Reggio: vertice tra i sindaci della provincia

Alla riunione, tenutasi presso la sala “Gilda Trisolini” di Palazzo Alvaro, ha preso parte anche il il dirigente per l’Unità di progetto speciale “Gestione del ciclo integrato dei rifiuti”, Vincenzo De Matteis

Il sindaco facente funzione della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Carmelo Versace, ed il consigliere metropolitano delegato all’Ambiente, Salvatore Fuda hanno incontrato nei giorni scorsi i presidenti delle associazioni dei sindaci delle Aree omogenee ed i primi cittadini dei Comuni interessati dalla presenza degli impianti di lavorazione e smaltimento dei rifiuti, per fare il punto sulle novità che interessano la gestione dell’Ato della Città Metropolitana di Reggio Calabria. Alla riunione, tenutasi presso la sala “Gilda Trisolini” di Palazzo Alvaro, ha preso parte anche il il dirigente per l’Unità di progetto speciale “Gestione del ciclo integrato dei rifiuti”, Vincenzo De Matteis.

«Abbiamo voluto condividere con i sindaci e gli amministratori la strategia ed il lavoro che si stanno portando avanti in tema di programmazione», hanno spiegato il sindaco ff Carmelo Versace e il delegato Salvatore Fuda, a margine dell’incontro, aggiungendo: «Siamo andati molto avanti per quel che riguarda l’iter di adozione del Piano d’Ambito e, a breve, saremo nelle condizioni di approvarlo nella sua versione definitiva, dopo la discussione affrontata con i Comuni delle aree omogenee sui territori; allo stesso tempo, ci siamo mossi per articolare la richiesta dei finanziamenti relativi al bando, in scadenza il 14 febbraio, per l’utilizzo delle risorse provenienti dal Pnrr in tema ambientale».

«In questo senso – hanno spiegato – abbiamo previsto la realizzazione di impianti per il trattamento dei rifiuti differenziati così da colmare quel gap che, storicamente, è causa di disagi e disservizi. Ad oggi, infatti, molti rifiuti differenziati vengono trattati in impianti privati, circostanza che vorremmo eliminare dotando l’Ato di impianti pubblici capaci di renderci autosufficienti».

«Per esempio – spiegano ancora – proporremo un impianto di digestione anaerobica dei rifiuti organici capace di produrre biogas da riutilizzare, così come la collocazione di cinque stazioni di trasferenza per aiutare i piccoli Comuni nella fase dello smaltimento. Allo stesso modo, ogni sforzo deve essere proiettato a valorizzare la parte secca dell’indifferenziato e ad aumentare, sostanzialmente, le percentuali di raccolta differenziata nei nostri centri».

«La discussione durante la quale si è ribadita la necessità assoluta ed immediata che i Comuni più popolosi spingano di più sulla differenziata, è stata molto interessante perché si è allargata ad altri temi come l’impiantistica per la destinazione finale del rifiuto ed anche la tariffazione e la necessità che i Comuni possano contribuire, puntualmente, alla corresponsione del dovuto per mantenere una corretta e funzionale gestione del sistema».

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