"A distanza di appena tre giorni dalla denuncia, da parte dei Carabinieri Forestali di Serra San Bruno, nei confronti di tre cacciatori che avevano ucciso una ventina di fringuelli (specie protetta dalla legge) a Sorianello (VV), un altro gravissimo episodio di caccia illegale ripropone pesantemente il problema del bracconaggio nella nostra regione". Lo segnala il Wwf Vibo Valentia- Vallata dello Stilaro secondo cui un giovane esemplare di Falco pellegrino, una specie di rapace diurno presente solo con poche coppie in Calabria, è stato ferito da una fucilata nelle campagne di Oppido Mamertina, nel Reggino.
"Reso incapace di volare dalle fratture alle ali, è stato fortunatamente recuperato da Domenico Cicciarello, un cittadino del luogo che lo ha consegnato alla guardia volontaria dell’Anpana di Gioia Tauro, Girolamo Cullari. Dopo la consegna del falco al WWF Vibonese - spiegano dall'associazione - la gravità delle ferite riportate ha indotto i responsabili a organizzare subito una staffetta per il trasporto fino al Centro Recupero Animali Selvatici (CRAS) di Cosenza.
Le radiografie, per come si temeva, hanno messo in evidenza la presenza di pallini da caccia, quale ennesima prova del livello di assoluto disprezzo per le norme che dovrebbero tutelare la fauna selvatica calabrese". Il WWF ricorda infatti che tutti i rapaci, sia diurni che notturni, sono considerati specie particolarmente protette dall’articolo 2 della legge 157 del 1992, che prevede una sanzione penale per chi li abbatte, "ma è evidente che per certi individui con licenza di uccidere, il rispetto della legge è un optional. A meno che la miopia non abbia fatto scambiare il falco per una cornacchia, questi sono i risultati del prolungamento del periodo di caccia voluto dalla Regione Calabria fino a febbraio, un provvedimento criticato dalle associazioni ambientaliste, così come la preapertura settembrina, decisa negli uffici della Cittadella nonostante l’estate di fuoco che aveva devastato la Calabria".
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