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Reggio, il Comune non paga e le cooperative sociali consegneranno le chiavi al prefetto

Il mondo delle cooperative di Reggio pronto a scendere di nuovo in piazza

Servizi Sociali: il Comune non paga e le cooperative consegneranno le chiavi al prefetto. Così dichiarano il segretario generale della Cisl Fp Vincenzo Sera e il  Coordinatore del Forum del Terzo Settore di Reggio Calabria, Pasquale Neri.

"Una situazione da terzo mondo per quello che si  verifica nella nostra città riguardo il mantenimento dei servizi socio assistenziali a minori, ai disabili ed anziani. Dai timori e le preoccupazioni espresse a luglio 2021, dopo lo sciopero, la realtà - hanno evidenziato i due sindacalisti - è che il futuro per i lavoratori è drammatico ma ancora più grave e che il Comune non riesce a garantire i servizi alle persone più fragili. Sono anni ormai che per le procedure amministrative chiediamo il potenziamento dei settori delle Politiche Sociali come quello della Ragioneria, ma nulla è stato fatto. Abbiamo chiesto di rivedere l’indirizzo politico rispetto le voci di bilancio per ricostituire i fondi da dedicare alle politiche sociali, o creare un fondo di garanzia, si registra solo incapacità. Da circa 12 mesi senza stipendio le lavoratrici e i lavoratori dipendenti delle cooperative sociali e la Cisl Fp di Reggio Calabria ed il Forum del Settore  hanno dichiarato lo stato di agitazione. Hanno deciso di mettere nero su bianco il Segretario Generale della CISL Funzione Pubblica Vincenzo Sera e Pasquale Neri Coordinatore del Forum del Terzo Settore,  rabbia e disperazione si registra tra i lavoratori delle Cooperative. La drammatica situazione economica vissuta da troppo tempo dagli operatori delle cooperativa è diventata ormai insostenibile e inaccettabile. Chiedere a centinaia di  famiglie, che sopportano 12 mesi di stipendi arretrati, di continuare ad accettare ulteriori rinvii ed incertezze nei futuri pagamenti, ci sembra francamente avere superato abbondantemente i limiti del rispetto della dignità delle persone e dei lavoratori. Come ben noto diversi sono stati gli incontri all’amministrazione, ed i crediti  vantati dalle Cooperative riguardano: assistenza domiciliare minori ultimo pagamento dicembre 2020; assistenza disabili ultimo pagamento febbraio 2021; centri Socio Educativi ultimo pagamento a luglio 2021; assistenza ai bambini diversamente abili nelle scuole di competenza Comunale da 4 mesi senza stipendio".

Sera e Neri hanno sottolineato che "malgrado le rassicurazioni ricevute in tutti gli  appositi incontri, la situazione non è assolutamente variata. Il piccolo acconto ricevuto, nel mese di dicembre  ha consentito di pagare e regolare il pagamento di tasse e contributi, lasciando, inevitabilmente, le briciole ai lavoratori che hanno ricevuto neanche due mensilità complete. Ad oggi, quindi, sono nuovamente circa 12 le mensilità arretrate spettanti ai lavoratori, per le quali, a fronte di una serie di mandati di pagamento giacenti in ragioneria e provvedimenti di liquidazione presso la direzione dei servizi sociali, non abbiamo nessuna prospettiva di versamenti a breve scadenza, ma solo vaghe informazioni sulla mancanza di liquidità da parte del Comune e che i fondi “ex 285”sono fermi “ormai da anni prima al Ministero dell’Interno adesso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento delle politiche per la famiglia – Fondo infanzia dipartimento famiglia”. Situazione che precarizza sia i servizi, la cui continuità è messa in dubbio, togliendo dignità all’utenza, sia  gli Enti gestori, che  rischiano quotidianamente il default a fronte di debiti accumulati con soggetti  terzi in fatto di fitti, forniture, gestione in generale e, in ultimo, sicuramente non per ordine di importanza, sia gli operatori, che vedono costantemente messo in discussione il loro futuro lavorativo. Oggi come risposta registriamo solo un silenzio assordante da parte del Comune, che non la riteniamo accettabile in quanto consapevoli che i fondi destinati ai questi servizi sono vincolati per legge e riservati al pagamento delle spettanze agli enti aggiudicatari. Non la possiamo accettare, ancor di più, in quanto lavoratori e lavoratrici che, pur garantendo con estremo sacrificio e impegno personale i servizi e gli impegni presi principalmente con le famiglie e i minori, non riescono più ad affrontare le spese per la sopravvivenza delle loro famiglie, ormai vicinissime al collasso economico". Ecco perchè "in assenza di risposte immediate e concrete si dichiara lo stato di agitazione riservandosi di avviare adeguate azioni di protesta".

 

 

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