Due provvedimenti di fermo sono stati eseguiti dalla squadra mobile di Reggio Calabria su richiesta della Direzione distrettuale antimafia diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri. Destinatari dei provvedimenti sono Giovanni Zindato, di 54 anni, e Carmine Pablo Minerva, di 49, residenti a San Giorgio Extra, un quartiere a ridosso del centro cittadino e controllato dalla cosca Caridi federata alla famiglia mafiosa dei Libri.
Stando alle indagini, coordinate dai sostituti procuratori Walter Ignazitto e Nicola De Caria, i due fermati sono accusati di due tentate estorsioni ai danni di due ditte edili che stavano ristrutturando un fabbricato nella zona di San Giorgio Extra. Gli imprenditori, però, hanno denunciato la richiesta di pizzo avanzata dai due arrestati che, secondo i Pm, avrebbero agito con modalità mafiose. Zindato e Minerva, inoltre, sono stati anche intercettati mentre parlavano di una pistola e per questo sono stati accusati dalla Dda anche di detenzione di armi.
Una decina di anni fa Giovanni Zindato era stato coinvolto nell’inchiesta «Alta Tensione» perché ritenuto uomo di fiducia del boss Nino Caridi. Per questo motivo, nel 2016 era stato condannato in appello a 7 anni di carcere ma la Cassazione ha annullato quella sentenza e deve ancora celebrarsi un nuovo processo di secondo grado.
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