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Reggio, favoritismi nelle carceri cittadine. In tribunale scontro sulle intercettazioni

In Tribunale al via il processo per i presunti favoritismi nelle carceri cittadine. Sul banco degli imputati pure un medico Asp e una detenuta

Apertura del processo e inevitabile stop per le eccezioni presentate dalle difese. In Tribunale (collegio presieduto dalla dottoressa Silvia Capone) l'avvocato Giacomo Iaria, difensore della principale imputata, l'ex direttrice delle carceri reggine (la casa circondariale di via San Pietro e l'istituto di Arghillà) ha eccepito l'inutilizzabilità del decreto che autorizzava l'intercettazione ambientale nell'ufficio dell'allora direttrice (la sede dove sono stati intercettati tutti i passaggi cruciali dell'impianto accusatorio), "poiché l'iniziale ipotesi investigativa non riguardava la dottoressa Longo ma solo alcuni agenti penitenziari e si riteneva solo successivamente indagata sulla scorta di dati successivi non presenti al momento genetico secondo i recenti insegnamenti delle sezioni unite Cassazione". Un'eccezione sulla quale il Tribunale si è riservato la decisione. Il processo ritornerà in Aula per la definizione giuridica dell'eccezione, per poi passare alla lista, corposa, dei testimoni del Pubblico ministero. In calendario due udienze fiume: 12 maggio e 16 giugno.

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