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Reggio, il cemento indurito fa slittare la “nuova” vita turistica del porto

I grandi silos in disuso ormai da anni saranno solo un ricordo. Il cantiere viaggia verso un congelamento per la ripresa delle attività da diporto e di ristorazione all’interno dello scalo

I grandi silos in disuso da anni che svettano all’ingresso della città all’interno dell’area portuale di Reggio sono ancora lì. Sono passati quasi tre mesi dall’avvio dei lavori di smontaggio decisi dall’Autorità di sistema portuale dello Stretto per fare spazio nella banchina e garantire quella “nuova” vita turistica attesa da anni allo scalo cittadino. Ma probabilmente si dovrà attendere ancora perché durante la fase di lavoro sulle cisterne si è scoperto che all’interno vi era cemento dato dato nel tempo e orami indurito difficile da tirare fuori. La ditta che si è aggiudicata l’appalto ha provato in tutti i modi a svuotare i grandi contenitori ormai in disuso da anni, ha persino fatto arrivare dal Nord Italia uno speciale strumento che si usa in questi casi ma non ci è riuscita. Adesso la soluzione è stata trovata con una pompa ad alta pressione chiamata a disintegrare il cemento impastato e poi non utilizzato. Tra problematiche di coronavirus e inghippi tecnici siamo arrivati quasi al periodo di scadenza dell’ordinanza di interdizione dell’area portuale ma adesso con l’arrivo della stagione primaverile e l’imminente avvio di quella estiva torna la nautica da diporto e gli spazi devono essere liberati dalla grande area di cantiere. Peraltro nella prossimità di quell’area è presente anche un’attività di ristorazione che è molto frequentata in questo periodo. Per questo è in agenda una riunione tecnica per capire che cosa fare del grande cantiere, come proseguire, se sospenderlo e riprendere poi a settembre o proseguire in misura ridotta.

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