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Reggio, tentato omicidio Benestare. Marco Geria spiega: "Non volevamo ucciderlo"

«Anch’io ero a bordo del furgone: non volevamo uccidere Benestare»

Viaggiava sì a bordo del furgone che ha investito Franco “Giorgio” Benestare ma si trattò di un grave ma casuale incidente. Questa è in estrema sintesi la versione dei fatti resa da Marco Geria, indagato insieme a Emilio Molinetti, sull’episodio che Procura distrettuale antimafia e Squadra Mobile inquadrano come un tentato omicidio ai danni dell'esponente della vecchia guardia delle 'ndrine di Archi. Il 25 agosto 2021 è stato sottoposto ad interrogatorio dal Pubblico ministero, Stefano Musolino, ed ha fatto chiarezza, ovviamente dal suo osservatorio, su come sono andati i fatti. Da quando e perchè rubò il furgone, per quale ragione si trovasse a bordo del mezzo il giorno dell'incidente, la dinamica dell'impatto che ha rischiato di uccidere “Giorgio” Benestare, ma non rivela l'identità di chi era alla guida.
«L'investimento non è stato volontario, ma è avvenuto perché non lo abbiamo visto. Non era nostra intenzione ucciderlo e nemmeno investirlo; ho saputo della identità della persona investita solo tre giorni dopo il fatto». Bocca cucita sull'identità di chi fosse alla guida: «Spero che la persona che guidava il furgone e che non intendo nominare, decida di raccontare la verità dei fatti. Guardate dottore Musolino, io parlo della mia persona, se poi questa persona si vuole presentare e mi fa un grande favore pure a me perché chiarisce questa situazione che qua è successo un patatrac che non doveva succedere. Per giusto, doveva venire questa persona a dichiarare queste cose, neanche io, perché io ero lato passeggero».

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