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Reggio, imprenditori danno vita a Fai Antiracket

Tano Grasso

«Adesso gli imprenditori di Reggio Calabria hanno un nuovo strumento che prima non c'era che è quello dell’associazione che li avvicina alle forze di polizia e all’autorità giudiziaria. Questo strumento distrugge ogni possibilità di alibi. Prima si poteva dire che era complicato e si restava soli. Adesso questo alibi è stato demolito». Lo ha detto Tano Grasso presentando l’associazione "Fai Antiracket Reggio Calabria» presieduta dall’imprenditore Francesco Siclari, il presidente del Comitato Mezzogiorno e Isole dell’Ance nazionale che qualche anno fa ha denunciato le estorsioni subite dalla 'ndrangheta.

All’incontro ha partecipato anche il procuratore aggiunto Gaetano Paci, in rappresentanza del procuratore capo Giovanni Bombardieri. «Questa giornata è il coronamento - ha detto Siclari - di un percorso iniziato più di due anni fa, quindi dopo le mie vicende. È un percorso che abbiamo affrontato con il fondatore della Fai Tano Grasso che ci ha supportato. Non è stato facile ma siamo riusciti a coinvolgere 13 noti imprenditori della città che ci hanno messo la faccia. L'associazione è aperta a chiunque ne voglia fare parte». «La missione - ha aggiunto - è quella di supportare gli imprenditori, di qualsiasi settore economico, per quando saranno pronti alla denuncia. Li supporteremo senza forzature con un’attività da filtro nei confronti delle forze dell’ordine e della stessa Procura in modo tale da non fargli mettere la faccia e quindi tutelarli, accompagnarli in un percorso e proteggerli il più possibile. Per Reggio Calabria questa è un’opportunità».

"La novità - ha sostenuto Grasso - è che imprenditori che hanno vissuto l’esperienza dell’estorsione e che hanno denunciato, si sono autorganizzati e hanno dato vita all’associazione. Proprio perché hanno vissuto l’esperienza direttamente, questi imprenditori parleranno con gli altri per convincerli a denunciare, portando ad esempio la propria vicenda personale e assicurando gli altri operatori economici che se denunciano nessuno resta solo. È questa la cosa più importante. Non ci sarà più solitudine per chi si espone. Questo è il progetto che nasce sulla base di alcune denunce concrete che già ci sono state da parte degli imprenditori».

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