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Il rigassificatore è in bilico, Governo indeciso su Gioia Tauro

Il ministro Cingolani spinge su altri siti

Il progetto delle cisterne del rigassificatore di Gioia Tauro

Rigassificatore si, rigassificatore no; utopia o realtà? In queste ore il governatore Roberto Occhiuto sconfessa in qualche modo la “doccia fredda” arrivata da Roma nei giorni scorsi per bocca del ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani che aveva fatto intendere come il Governo fosse intenzionato a virare su altri siti (Piombino e alto Adriatico) che, a differenza di Gioia Tauro, potrebbero entrare in servizio entro 12-18 mesi dalla conclusione dell’iter autorizzativo e che soprattutto risponderebbero alle intenzioni del Governo di velocizzare l’installazione con navi gasiere al fine di rispondere alla necessità di contrastare la crisi energetica derivante dal confitto ucraino e soprattutto dai rapporti freddi tra Italia e Russia.
«Qualche settimana fa, -ha infatti evidenziato Occhiuto intervenendo al Forum “Verso Sud” in corso a Sorrento -anche a causa della crisi energetica che sta colpendo il nostro Paese e l’Europa intera, ho fatto ricercare dagli uffici della Regione Calabria il progetto per il rigassificatore di Gioia Tauro, una grande opera che, soprattutto in questo momento, sarebbe davvero strategica per l’Italia. Il rigassificatore di Gioia Tauro -ha aggiunto - ci consentirebbe di produrre 1/3 del gas che attualmente importiamo dalla Federazione Russa, una quantità enorme. Questo rigassificatore ha tutte le autorizzazioni ancora vive, si potrebbe cominciare a realizzarlo da domani, in tempi relativamente stretti. Ho parlato con il ministro Cingolani, abbiamo intavolato un ragionamento che spero possa sbloccare in tempi brevi questo progetto».

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