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Sanità a Reggio Calabria, riesumato lo “scudo” per i creditori

Il Consiglio di Stato ribalta il verdetto del Tar e blocca le procedure esecutive fino al 2025: «Consentire la determinazione del debito». Prevalgono le ragioni dell’Asp. Il commissario Scaffidi: «La norma dichiarata legittima». In primo grado “Villa Sant’Anna” aveva ottenuto dai giudici il pagamento di 478mila euro

Occhiuto e Scaffidi

All'Asp, ma di certo non soltanto lì, hanno accolto il provvedimento con grande soddisfazione: per il Consiglio di Stato è legittimo il blocco delle procedure esecutive nei confronti delle Aziende sanitarie calabresi sino al 2025. È salvo, dunque, il percorso fissato dalla legge del 17 dicembre 2021 che prevede lo stop di pignoramenti e prelievi forzosi ancora per quattro anni, tempo utile – almeno si spera – a mettere ordine nel guazzabuglio del debito monstre della sanità calabrese, groviglio in cui Reggio ha certo un peso importante.

Il contenzioso

Tecnicamente la terza sezione del Consiglio di Stato (Maruotti presidente, Marra estensore, Pescatore, Sestini e Fedullo consiglieri), con la sentenza 3844/2022, ha accolto il ricorso in appello presentato dall’Asp (avvocati Francesco Creaco, Giuseppe Maria Latella e Magda Santagati) avverso la sentenza 101/2022 del 17 febbraio scorso adottata dalla sezione reggina del Tar Calabria, che aveva ritenuto di disapplicare l’articolo 16 septies, comma 2, lettera g della legge 17 dicembre 2021, ravvisando un'asserita incompatibilità con il diritto dell’Unione europea.

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