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Reggio Calabria, i telefoni bollenti: «Mostro tutto a tua moglie»

Anziani raggirati e minacciati: nell’operazione “Transilvania” contro la banda di adescatrici rumene anche le estorsioni a sfondo sessuale. Le vittime hanno pagato per il silenzio e poi confessato: volevano salvaguardare le famiglie

«Non esiste, con me non puoi scherzare più, se no sai che faccio? Scendo direttamente giù e faccio vedere a tua moglie proprio sul mio telefono! Guarda che con me non scherzi tu». Non solo gli adescamenti, gli innamoramenti “a senso unico”, i soldi spillati sfruttando disperazione e solitudine: ci sono anche le estorsioni (compiute o solo tentate) nel calderone dell’inchiesta “Transilvania”, che ha sgominato una gang principalmente di donne romene che avrebbe almeno una quindicina di anziani nella Locride.

La minaccia delle mogli

Emblematiche, per ricostruire il quadro dell’accusa, sono alcune intercettazioni riportate dalla Procura di Locri che ha ottenuto dal gip l’ordinanza di custodia cautelare eseguita da Carabinieri ed Europol. «Sali adesso e vieni a portarmi i soldi ti sto dicendo», dice un’indagata intercettata, prima di ribadire ancora «vieni e portami i soldi ti sto dicendo, non mi fare che ti creo veramente dei problemi». Quando i soldi non arrivano, i toni si fanno sempre più duri: «Pezzo di m... ieri sera abbiamo parlato e mi hai detto che ci saremmo visti stamattina, che avresti portato i soldi, no? Adesso, di nuovo scendo di nuovo, guarda che io ti creo problemi con la moglie...». E ancora giù con le minacce: «Ma tu ti metti a scherzare con noi? Tu non pensi che scendiamo io e mio padre con la mia famiglia lì da te e ti creiamo dei problemi? In dieci minuti sali su e portami i soldi». Contattata dagli inquirenti, la vittima ha vuotato il sacco ricostruendo tutta la vicenda, dal primo incontro mentre portava il cane a spasso, lo scambio di battute, il passaggio in macchina, il primo rapporto per il quale «non mi ha chiesto alcuna somma di denaro». Poi le cose sarebbero via via cambiate: «La donna mi ha chiesto del denaro riferendomi che necessitava di un aiuto economico per poter rientrare a casa dal figlio in Romania. Non ricordo di aver consegnato cifre alte, ricordo che in una circostanza le consegnavo 50 euro e in altre piccole somme come 20 o 10 euro, delle volte in cambio di piccoli gadget che la stessa vendeva».

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