Rammarico e costernazione. Sono queste le parole più diffuse nell’ambiente politico di Portigliola all’indomani della decisione del Consiglio dei ministri, di sciogliere il Consiglio Comunale su proposta della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese. Una decisione assunta all’esito della relazione presentata dalla Commissione d’accesso antimafia che si era insediata in Comune lo scorso settembre, prorogata per ulteriori tre mesi, che ha esaminato l’operato dell’Amministrazione guidata dal sindaco Rocco Luglio. La commissione di accesso ha evidentemente riscontrato «la sussistenza di forme di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso o similare, tali da determinare un’alterazione del processo di formazione della volontà degli organi elettivi e amministrativi, e da compromettere il buon andamento o l’imparzialità dell’amministrazione comunale e il regolare funzionamento dei servizi».
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