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Riattivare il porto di Saline. Studi affidati all'Università di Reggio Calabria

Via libera dell’Authority dello Stretto alla convenzione con il Diceam. Primo passo verso una destinazione commerciale. L’area guarda alla Zes. E c’è in ballo l’hub “Agàpe”

New entry nell’Authority, è già oggi una delle pedine più importanti dello scacchiere dei porti dello Stretto: è Saline la vera scommessa della programmazione che sta prendendo corpo oggi tra Messina – sede centrale dell’ente interregionale guidato da Mario Mega – e Reggio. Martedì sono state presentate in conferenza stampa tutte le iniziative in cantiere, e sebbene sembri che per Saline siano rimaste soltanto le briciole il fatto che si compiano i primi passi per restituire operatività a un'infrastruttura strategica è certamente significativo. In questo senso va letta la convenzione che l’Autorità portuale dello Stretto siglerà con l'Università Mediterranea ed il cui schema stato approvato con decreto dal presidente Mega.
Nello specifico, sarà il Dipartimento Diceam di Ingegneria civile, energia ambiente e materiali dell’Ateneo reggino ad effettuare gli studi meteomarini al largo e sotto costa necessari per il ripristino della funzionalità del porto e la gestione dei sedimenti. Una svolta per il porto oggi insabbiato e da tempo ormai inutilizzato e inutilizzabile. L’attività – che avrà inizio subito dopo la stipula formale dell’accordo – costerà all’Autorità portuale circa 100 mila euro sotto forma di contributo al Dipartimento universitario.

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