
Nel 2021, sono state oltre 300 le persone incontrate e seguite, nelle diverse attività progettuali, dall’associazione “Piccola Opera Papa Giovanni Onlus”, che da marzo del 2019 è ente attuatore per la provincia di Reggio Calabria e capofila dell’Ats degli enti attuatori del progetto regionale In.c.i.p.i.t. - Iniziativa calabrese per l’identificazione, protezione e inclusione sociale delle vittime di tratta. Tra loro, anche 18 persone in accoglienza residenziale, 8 delle quali madri accolte unitamente ai propri figli. Ente proponente del progetto, finanziato dalla presidenza del Consiglio, dipartimento per le Pari opportunità, è la Regione Calabria. Sull’argomento, abbiamo ascoltato il presidente della “Piccola Opera Papa Giovanni Onlus”, Pietro Siclari.
«Il progetto In.c.i.p.i.t. è finalizzato al contrasto della tratta di esseri umani e teso alla protezione delle vittime di sfruttamento sessuale e lavorativo, di accattonaggio ed economie illegali. Mira alla successiva inclusione sociale delle stesse, mediante la costruzione di percorsi individualizzati di protezione e reinserimento socio-lavorativo. La “Piccola Opera Papa Giovanni Onlus” è l’ente capofila di questo progetto regionale, che vede coinvolti altri partner: l’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, l’associazione Mago Merlino, la Comunità Progetto Sud, la Fondazione Città Solidale, la cooperativa Noemi e la cooperativa sociale Strade di casa. Dare dignità alle persone accolte o incontrate, resta la priorità dei nostri interventi, perché i flussi migratori cagionati dalle povertà dei territori dell’Africa sub-sahariana non può lasciare indifferenti. Le false promesse rivolte a molte donne le hanno portate a intraprendere viaggi disperati, riponendo fiducia in una vita migliore. Invece, tutto questo si è tradotto nella loro riduzione in schiavitù e nella loro condizione di vittime di tratta di commercianti di vite umane. Questo ci ha portato a venire a contatto con un’umanità lacerata. Siamo spinti a un impegno enorme, al fine di poter riscostruire identità violate e dare opportunità di intraprendere percorsi di vita migliori, partendo dal riconoscimento dei loro diritti e dal loro inserimento socio-lavorativo».
«Il progetto di protezione sociale ex art 18 del Testo Unico sull’Immigrazione ha inizio nel 2002 con il nome di Arianna, poi Teseo, Eleutheria e, infine, dal 2011 a oggi In.c.i.p.i.t., ex art 13 della legge 228 del 2003. Si sono susseguite negli anni numerose attività, però l’auspicio è che si possa lavorare in continuità attraverso progettualità che abbiano una durata triennale, affinché le accoglienze possano essere maggiormente garantite da stabilità. Una leva che consente di lavorare con prospettiva e organizzazione per progettare meglio l’accoglienza dei migranti sui territori e promuovere la loro autonomia abitativa e lavorativa».
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