La definizione delle pratiche dovrebbe tradursi per le casse comunali nel gettito di oltre 35 milioni di euro, di questi i costi sarebbero circa 5 milioni. Quindi da una parte si regolarizza la posizione di tanti manufatti e immobili, dall'altra si aprono nuovi canali di entrata per l'ente. Ma la partita del condono edilizio al Comune procede lentamente, molto lentamente. Decine di migliaia di pratiche da evadere che tengono in ostaggio la regolarizzazione di tanti immobili e quindi l’accesso a bonus e incentivi. La misura adottata nel 2020 è stata così apprezzata dalla comunità, che sotto la pioggia di istanze il Comune ha ritenuto di dover prorogare ancora di un altro anno questa opportunità. Se allo start le pratiche erano circa 30 mila adesso sono molte di più. Ma le pratiche sono ferme nelle paludi di una burocrazia lenta che può contare su un organico ridotto all'osso. Negli ultimi cinque anni con i pensionamenti il capitale umano dei settori tecnici dell’Ente ha dovuto fare a meno di 50 persone. E questa non è una novità. Anzi era tutto previsto, tanto che il Comune stesso alla luce della pianta organica esigua ha pensato fin da subito di coinvolgere le categorie professionali proprio per potenziare le “energie” del capitale umano. Solo che anche questa misura non è mai partita. E il condono rimane “aperto” fino al mese di dicembre.
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