Inchiesta “Breakfast”: revocata la misura personale e reale già applicata nei confronti di Amedeo Matacena, l'ex parlamentare ed armatore ancora oggi latitante volontario a Dubai per sottrarsi alla condanna definitiva di concorso esterno in associazione mafiosa. Il provvedimento è stato emesso dal Gip di Reggio Calabria Vincenza Bellini in accoglimento dell'istanza presentata dai difensori di Matacena, gli avvocati Marco Tullio Martino e Renato Vigna.
Secondo il giudice non ci sono più le esigenze cautelari per mantenere l'ordinanza di custodia cautelare che grava sull'armatore "visto il lungo tempo trascorso dalla data del commesso reato", e la valutazione giuridica inerente i suoi beni "di provenienza lecita" e proporzionati al patrimonio di famiglia. Gli avvocati Vigna e Martino, sulla scorta di importanti elementi di novità "che avevano dimostrato incontrovertibilmente la provenienza lecita dei beni in capo al Matacena", in particolare una perizia d’ufficio esperita in altro procedimento dinanzi alla Corte d’Assise d'Appello di Reggio Calabria, avevano avanzato una nuova istanza di revoca della misura cautelare sul presupposto che "non potesse sussistere intestazione fittizia volta deludere le misure di prevenzione rispetto a beni che si era dimostrato in altra sede essere di provenienza lecita ed acquisiti con provviste legittime".
Resta confermato al momento "il giudizio di gravità indiziaria". Il processo d'Appello “Breakfast”, nato proprio per il presunto progetto di favoreggiamento della fuga all'estero di Matacena junior, inizierà il prossimo 27 settembre e tra le quattro persone sul banco degli imputati figurano l'ex ministro dell'Interno Claudio Scajola e l'ex moglie di Matacena, Chiara Rizzo.
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