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“Città dove imparare”, Reggio entra nella rete dell’Unesco

Il riconoscimento appena formalizzato: nel circuito solo altre cinque realtà italiane. La comunicazione al Comune: «C’è un impegno tale da assicurare che il diritto all’istruzione diventi realtà per le persone di ogni età»

Un'estensione del lungomare di Reggio

La città di Reggio è stata inserita nel Network Globale delle Learning Cities dell’Unesco, che annovera ad oggi solo altre cinque realtà italiane: a dare il “benvenuto” nella rete mondiale, ufficialmente dal 2 settembre, è una comunicazione del team leader e coordinatore Raul Valdés-Cotera.
Il Gnlc è una rete internazionale che promuove con successo l’apprendimento permanente attraverso le comunità cittadine e comprende ora 294 città che condividono ispirazione, know-how e best practice. La candidatura voluta dal sindaco sospeso Giuseppe Falcomatà era stata presentata dall’Italia lo scorso dicembre. Oltre a Reggio Calabria, le Learning Cities italiane sono Torino, Fermo, Palermo, Lucca e Trieste. Insieme alla città dello Stretto, altre 76 città da 43 Paesi hanno fatto il loro ingresso nel Gnlc, «in segno di riconoscimento – sottolineano dall’Unesco – dei loro sforzi eccezionali per rendere l’educazione permanente a livello locale una realtà alla portata di tutti».
“Città dove imparare” sono quelle che l’Unesco vuole raccogliere all’interno di una rete di aiuto e collaborazione che cresce di anno in anno. L’idea è quella di unire i centri di studio e di formazione continua (o lifelong learning) nel mondo. In poche parole, quelle città che attraverso programmi e progetti pongono l’istruzione come chiave per la crescita e lo sviluppo.

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