Si divide in due tronconi il processo “Lucignolo”, l'inchiesta della Guardia di Finanza e Polizia metropolitana di Reggio Calabria che ha scoperto il presunto diplomificio di Condofuri, il centro di formazione “Unimorfe” con sede e base operativa nel paesino del Basso Jonio reggino (ma con raggio d'azione anche a Roma, Milano, Terracina) dove si assicurava qualsiasi tipo di attestato o certificato - lauree e diplomi in primis - dopo aver sborsato sostanziosi pagamenti. Stamattina davanti al Giudice dell'udienza preliminare le dieci persone coinvolte: tre – Lucia Catalano (San Severo Foggia, 1980); Vincenzo Coluccio (Roccella Jonica, 1991); ed Enzo Riggi (Agrigento, 1972) – proseguiranno con il rito abbreviato; stralciata per motivi di salute la posizione di Andrea Bennato (Roma, 1973); e a giudizio in Tribunale collegiale a Reggio Calabria con inizio fissato al 23 novembre i restanti 6 imputati: Maria Saveria Modaffari (Reggio, 1986); Fortunata Giada Modaffari (Reggio, 1991); Annamaria Mangiola (Roma, 1966); Francesca Antonia Mollica (Cinquefrondi, 1982); Marco Antonio Labano (Milano, 1985); Carmelo Labadessa (Locri, 1953).
Per la Procura sarebbero state numerose le vittime dei raggiri, coloro che avrebbero pagato per ottenere una laurea, abilitazione all'insegnamento o un certificato di conoscenza di lingue straniere. Tra le accuse contestate dai Pubblici ministeri Stefano Musolino e Paolo Petrolo i reati di truffa, falso, appropriazione indebita e autoriciclaggio.
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