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Reggio, un omicidio eccellente di 'ndrangheta da riscrivere? I dubbi sull'omicidio di Bocale

Lo storico pentito Filippo Barreca non crede che suo fratello Vincenzo sia stato ucciso da Vincenzo Ficara il 9 marzo 2002. l collaboratore di giustizia ha 75 anni, vive in una località protetta e ha confermato di essere pronto a raccontare ai magistrati la sua versione di quei fatti cristallizzati dalla Cassazione

Vincenzo Ficara e Vincenzo Barreca

Una novità dirompente che potrebbe riscrivere (forse) la storia dell’omicidio di Vincenzo Barreca avvenuta a Bocale, periferia Sud di Reggio Calabria, nel 2002. Il fratello della vittima – Filippo Barreca, classe 1947, tra i primi e più credibili collaboratori di giustizia della storia della ’ndrangheta conosciuto come pentito col nome in codice “beta” e ricordato perfino nei filmati istituzionali dell'anniversario della Dia – non ha mai creduto alla colpevolezza di Vincenzo Ficara. Ho appreso la clamorosa novità da fonti molto vicine allo storico pentito di ’ndrangheta, oggi settantacinquenne che vive in una località segreta. Benché Barreca non mi abbia voluto rilasciare dichiarazioni e commenti in proposito, è pronto a essere sentito dai magistrati per raccontare la sua versione dei fatti. Che, qualora fosse presa in considerazione, porterebbe portare a conclusioni molto diverse dagli accertamenti (confermati dalla Cassazione va sottolineato) maturate nei vari round del lungo processo.
Non appena ho appreso la clamorosa notizia, ho interpellato telefonicamente Filippo Barreca che non ha voluto rilasciare dichiarazioni pur confermando punto per punto quanto siamo riusciti a ricostruire. Tutto è partito da una confidenza del Barreca che avrebbe rivelato a persone a lui vicine «non posso convivere con la convinzione che in carcere si trovi un innocente», e si è definito «tormentato dal rimorso per il fatto che un innocente sia in carcere da 20 anni».
Barreca non fu sentito direttamente nel corso delle varie udienze dei processi e la testimone chiave fu la convivente di Barreca che riconobbe Ficara e lo indico come il killer nei vari contesti processuali. Nondimeno il peso di Filippo nel processo si è sentito. Come dimostrano le carte, egli fu convocato a Reggio Calabria poco dopo l'omicidio per espletare le esequie del fratello Vincenzo, un viaggio rischiosissimo avvenuto in condizioni di massima sicurezza visto che nel 2002 il “pentito Beta” era tale da oltre 12 anni. E abbiamo certezza che fu sentito dalla polizia giudiziaria proprio in quei giorni a ridosso del tragico evento.

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