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'Ndrangheta, colpo alle famiglie di Platì: condannati Antonio e Rocco Barbaro

Sedici anni e 8 mesi di reclusione per Rocco Barbaro, 31 anni, e 18 anni e 6 mesi per il padre Antonio, 54 anni, che erano a processo con rito abbreviato, assieme ad altri imputati, a seguito dell’inchiesta della Guardia di Finanza di Pavia, coordinata dal pm della Dda milanese Gianluca Prisco, che lo scorso gennaio ha portato a 11 misure cautelari. Indagine con al centro storiche famiglie 'ndranghetiste originarie di Platì (Reggio Calabria) e radicatesi al nord, in particolare nei territori a cavallo tra le province di Pavia, Milano e Monza Brianza e nel Torinese.
Tra i condannati, con sentenza del gup Daniela Cardamone, anche Domenico Sergi (difeso dagli avvocati Marco Gemelli e Michele Sergi del Foro di Reggio Calabria) a 8 anni e 8 mesi: la sua posizione è stata oltremodo ridimensionata rispetto all'accusa. Gli arresti erano stati eseguiti il 10 gennaio con accuse che andavano dall’associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti alla detenzione e porto di armi fino ad una serie di episodi di estorsione con l’aggravante del metodo mafioso. E in questo quadro si inserivano le intercettazioni, con frasi intimidatorie, contenute nell’ordinanza firmata dal gip Raffaella Mascarino. «L'ho presa e l’ho messa sul tavolo (l'arma, ndr) ... gli ho detto ... vedi che ti ammazzo ... come ai cani ti ammazzo ... e me ne sono andato», diceva, intercettato, Rocco Barbaro.

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