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Reggio, omicidio del tabaccaio Ielo: scontro sulle intercettazioni

In Corte d’Assise verso la definizione il processo “Giù la testa”. Sono tre gli imputati accusati dell’agguato che la Squadra Mobile riconduce alla concorrenza scomoda di una rivendita di tabacchi

Verso la definizione l'istruttoria dibattimentale del processo “Giù la testa”, nato dall’indagine della Procura distrettuale antimafia e degli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria che punta a fare luce sull'omicidio di Bruno Ielo, il tabaccaio ed ex carabiniere che secondo l’accusa sarebbe stato ucciso sulla via Nazionale Catona la sera del 25 maggio del 2017 perchè concorrente scomodo rispetto ad una rivendita di tabacchi distante una manciata di centinaia di metri e posizionata tra i quartieri Archi e Gallico. Ieri in Corte d'Assise, presieduta dalla dottoressa Natina Pratticò, le ultime schermaglie tra Ufficio di Procura e collegio di difesa sulle trascrizioni delle intercettazioni telefoniche ed ambientali che costituiscono l'asse portante dell'impianto accusatorio. Numerose frasi captate dai poliziotti della Mobile venivano pronunciate in dialetto reggino quindi di complessa traduzione e comprensione specialmente in quella circostanza, almeno secondo la ricostruzione dei difensori e dei consulenti tecnici di parte, in cui l'audio è tutt'altro che ottimale. Scontro verbale particolarmente acceso su alcune frasi chiavi che potrebbero risultare decisive ai fini della individuazione delle responsabilità dei presunti killer.

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