Un brusco ritorno al passato più buio: si è risvegliato così, ieri mattina, il capoluogo pianigiano dopo che qualcuno ha crivellato di colpi la saracinesca e la vetrina non di una ma di ben due attività commerciali attigue, un negozio di generi alimentari e una yogurteria-paninoteca, appartenenti ad un unico proprietario, nel cuore della Marina, un quartiere tra i più sensibili e difficili della città. La brutale intimidazione ha avuto ancora più risonanza non solo per la posizione dei due esercizi, di fronte l’ufficio postale e a fianco di un bar-tabacchi molto frequentato, ma anche per l’identità dei titolari, la famiglia Scullino-Tripodi. A Gioia Tauro e non solo, infatti, i Tripodi – che come tutti alla Marina hanno un soprannome, in questo caso “campanuni” – sono noti perché attivi si può dire da sempre nel settore ittico e alimentare mentre se dici Scullino, Antonio Scullino nello specifico, pensi ad un giovane sempre disponibile, attivo nel sociale, molto conosciuto e benvoluto, estraneo a certi ambienti e dinamiche. Spetterà agli inquirenti, che hanno sentito a lungo i proprietari e i loro congiunti, scoprire la matrice e il movente del gravissimo gesto e individuarne gli autori, auspicando che nei dintorni vi siano delle telecamere di videosorveglianza funzionanti che possano restituire qualche immagine utile alle indagini. Sul posto sono intervenuti gli agenti del Commissariato cittadino, agli ordini del vicequestore Luciano Rindone, insieme alla Scientifica impegnata a lungo con i rilievi del caso. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio