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Reggio, estorsione con il “cavallo di ritorno”: i due rom confermano le responsabilità

Nell’interrogatorio davanti al gip e al pubblico ministero. Dai 6mila euro iniziali il pizzo è sceso a 2mila, poi il blitz della Polizia

Hanno ammesso ogni responsabilità. Interrogati dal Gip, Antonino Foti, e dal Pubblico ministero, Sara Parezzan, i due indagati Marcello Passalacqua, 32 anni, e Gianluca Guerino, 36 anni, entrambi appartenenti alla comunità nomade del quartiere Ciccarello, hanno confermato il quadro d'accusa sostenuto nei loro confronti. Con accanto i legali di fiducia, gli avvocati Alberto Marrara (per entrambi) e Nicola Rao (solo per Guerino) non si sono sottratti né alle domande degli inquirenti né alle accuse mosse dalla Procura e dalla Squadra Mobile. E hanno ammesso di aver rispolverato l'odiosa tecnica criminale del “cavallo di ritorno”, e nello specifico la richiesta di denaro inoltrata alla vittima per ritornare in possesso del mezzo rubatogli. L'accusa è ben delineata a carico di entrambi: ricettazione «per avere in concorso tra loro e con altri soggetti allo stato ignoti, al fine di procurarsi un ingiusto profitto, ricevuto, detenuto ed occultato il camion Eurocargo marca Iveco proventi di furto avvenuto il 27 settembre in vai Giuseppe Malacrino e denunciato il 31 ottobre»; e tentata estorsione aggravata «per avere compiuto atti idonei e diretti in modo non equivoco a costringere mediante reiterate minacce, esplicite ed implicite, la vittima a consegnare loro ingiustamente una somma di denaro quale prezzo da pagare per ottenere la restituzione del camion provento di furto».

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