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La coca a Gioia Tauro: chat dei narcos lette da Europol? «Compà, puoi stare tranquillo»

Le inchieste sui traffici di coca a Gioia spinte dal materiale trasmesso dalla Francia alle Dda

«Compà, io sto a contatto con mezzo mondo e nessuno dice niente». Sono tranquilli, o almeno così pare, broker e acquirenti di montagne di cocaina coinvolti nei traffici del porto di Gioia Tauro: qualcuno sapeva che i supercriptofonini fossero diventati a rischio, da lì a breve – era marzo del 2021 – Europol avrebbe “scardinato” i sistemi Encrochat e Sky Ecc, acquisendo centinaia di milioni di messaggi sfociati subito in una raffica di arresti tra Belgio, Olanda e Francia e poi nella trasmissione di atti a varie Procure italiane. Di “sicuro” nelle conversazioni sull’asse Colombia-Gioia Tauro, insomma, c’era già ben poco; ma nonostante ciò gli indagati avevano trovato rassicurazioni. E hanno deciso di andare avanti usando quei telefoni.
«Sto scemo dice di buttarli, che li hanno aperti, ma speriamo che sia una bufala». A scendere in campo in prima persona è Bartolo Bruzzaniti, il broker calabrese che avrebbe gestito importazioni record con il napoletano Raffaele Imperiale, noto come “il boss dei van Gogh”: entrambi sono coinvolti in due recenti inchieste sfociate in decine di arresti delle Dda di Reggio Calabria e Napoli. «Sta girando una notizia presa da un giornale olandese che riporta che Sky Ecc ha dato accesso ai registri alla polizia. Abbiamo parlato con l’azienda e ha subito smentito la notizia falsa. La tecnologia Sky Ecc non ha registri dove vengono salvati i messaggi, quindi di conseguenza è impossibile che li abbia aperti alla polizia. Inoltre la notizia veniva da un sito scoperto essere poi falso anch’esso. Ci hanno già rassicurati cmq, che non è assolutamente vero».

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