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Asp Reggio, la Corte dei Conti riapre il “buco nero”

Nuove stoccate sul debito mai quantificato (si parla di 1 miliardo di euro): «Azienda esposta al rischio di uno stato irreversibile di insolvenza»

Un miliardo di euro secondo la stima fatta nel 2020 dall’allora commissione prefettizia alla guida dell’Asp sciolta per mafia, 990 milioni stando ai conteggi resi pubblici due anni dopo dall’ex consigliere regionale Carlo Guccione nel suo libro sul “buco nero” del sistema sanitario calabrese, “solo” mezzo miliardo secondo altre proiezioni informali. Di certo, però, nessuno finora è riuscito in realtà a raccapezzarsi, indicando una cifra certa sul debito monstre dell’Asp di Reggio. Intanto si naviga a vista in un’Asp, quella di Reggio, che per anni è andata avanti tra doppi o tripli pagamenti di fatture e gli ormai famigerati “bilanci orari”. Storia nota, fiumi d’inchiostro si sono – inutilmente – consumati. Perché tornarci, quindi? La risposta sta tutta nella relazione discussa giovedì alla Corte dei Conti, in presenza di Occhiuto, nell’udienza per il giudizio di parifica del rendiconto 2021 della Regione.
Almeno tre passaggi, nella requisitoria del procuratore regionale Romeo Ermenegildo Palma, sono dedicata alla situazione dell’Asp reggina. Ecco il primo: «Significativa è la conclusione a cui perviene (nota prot. 4874 del 2/9/2022) il collegio dei revisori dell’Asp di Reggio Calabria - la stessa Azienda per la quale il commissario è stato incaricato di regolarizzare le poste debitorie - che dopo avere premesso che l’ente “non riesce a redigere uno stato patrimoniale con dati certi ed attendibili” e dopo avere elencato le irregolarità riscontrate conclude che tutto ciò “fa emergere una criticità anomala e sistemica caratterizzata da una scarsa trasparenza e da inadeguate procedure amministrativo/contabili correlate ad una probabile mancanza di organicità tra le varie strutture organizzative dell’Azienda che espone l’Asp al rischio di incorrere in uno stato irreversibile di insolvenza». Seconda stoccata: «L’esito dell’attività di indagine segnala la violazione dell’obbligo di approvazione dei bilanci da parte dell’Asp». E tre: «Rilevante appare la dichiarazione di inadeguatezza della dotazione del fondo rischi dell’Asp di Reggio del responsabile dell’ufficio economico-finanziario attesa l’ingente mole di decreti ingiuntivi emessi contro l’Azienda nel corso degli anni per pagamenti non eseguiti ai fornitori, a fronte del rilievo del collegio sindacale secondo cui l’Azienda non è in grado di rappresentare una situazione debitoria veritiera e corretta; l’Azienda non è in grado di valutare e quantificare il contenzioso in essere e quello potenziale e non si è dotato di un accantonamento per contenzioso. Immediata è la diretta refluenza della sottostima e dell’inadeguatezza degli accantonamenti sulla correttezza del risultato di esercizio e sull’avanzo di amministrazione in violazione dell’art. 29 comma 1 lett. g) del d.lgs. n. 118/2011, e della prescrizione che lo stato dei rischi aziendali sia valutato dalla Regione verificando l’adeguatezza dei relativi accantonamenti a bilancio».

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