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‘Epicentro’ a Reggio, “Dopo la pace, i De Stefano e i Condello erano la stessa cosa”

In Tribunale la deposizione del collaboratore di giustizia De Carlo. «C'è stata sempre una simpatia, che prima non si poteva manifestare e oggi a distanza più di trent'anni di quello che è successo si manifesta»

Da nemici giurati negli anni bui della seconda guerra di 'ndrangheta, lo scontro sanguinario esploso a Reggio tra il 1985 e il 1991, ad alleati nel nome del dio denaro. D'altronde decine di inchieste della Procura antimafia ci hanno consegnato la certezza che all'indomani della pax mafiosa i vertici delle cosche De Stefano e Condello, le due anime più potenti della città, hanno avviato un percorso condiviso scandito dalla gestione degli appalti e dalla spartizione dei proventi delle estorsioni. Uno scenario criminale, che sarebbe la regola nell'attualità, introdotto dal collaboratore di giustizia Maurizio Pasquale De Carlo nel processo “Epicentro” (verbale di udienza del 14 ottobre scorso) rispondendo alle domande del Tribunale (presidente Silvia Capone, giudici a latere Carla Costantino e Marco Cerfeda) e del Pubblico ministero Walter Ignazitto.

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