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Inchiesta “Revolvo” a Reggio, dissequestrate le aziende degli imprenditori Gironda

Il Tdl annulla la misura patrimoniale a carico dei nipoti degli indagati eccellenti

Un'altra decisione contraria alla tesi accusatoria dell'inchiesta “Revolvo”, l'operazione della Procura distrettuale antimafia e della Guardia di Finanza che avrebbe scoperto un sistema diffuso di infiltrazioni dell’imprenditoria mafiosa negli appalti pubblici indetti da Palazzo San Giorgio. Dopo la scarcerazione (lo scorso 13 gennaio) dei fratelli Francesco, Giovanni e Filippo Gironda, rispettivamente di 74, 72 e 63 anni, gli imprenditori accusati dal pool antimafia di concorso esterno in associazione mafiosa e di essere il terminale di una struttura «in diretto rapporto con diverse famiglie mafiose del territorio reggino, assicurandosi l'esecuzione di moltissime attività di edilizia pubblica», si aggiunge adesso il dissequestro delle aziende dei nipoti degli indagati eccellenti, i fratelli Filippo (classe 1975) e Gianfranco Gironda, non indagati nell'inchiesta ma coinvolti come «terzi interessati» nel presunto sistema imprenditoriale Gironda, cuore dell'indagine della Guardia di Finanza.
Il Tribunale della libertà di Reggio (il collegio è stato presieduto da Francesco Antonio Genovese), in accoglimento del ricorso avanzato dagli avvocati Francesco Siclari e Antonino Delfino, ha disposto l’annullamento del sequestro preventivo disposto dal Gip di Reggio contestualmente all'emissione delle misure cautelari il 5 dicembre 2022.

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