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'Ndrangheta, legale: fratelli Berna negano coinvolgimento

"A seguito delle loro denunce vivono da 3 anni sotto scorta"

Francesco Berna

«La diffusione della notizia del sequestro dei beni riconducibili ai signori Francesco e Demetrio Berna, in forza del provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria e soprattutto della clamorosa eco mediatica che ne è derivata, nella consapevolezza che unici luoghi deputati alla difesa siano le aule di Tribunale, impone di riportare la cronaca su un binario di correttezza e completezza, demandando ai giudici la valutazione di tutti gli elementi difensivi che sono stati riversati in atti». È quanto si afferma in una nota dell’avvocato Emilia Eva Giurato, difensore dei due imprenditori ai quali ieri la Polizia di Stato e la Dda di Reggio Calabria ha sequestrato beni per oltre 45 milioni di euro.

"A seguito delle denunce sporte dal signor Francesco Berna nei confronti di esponenti di numerose cosche di 'ndrangheta, - aggiunge il legale - i fratelli Berna e le loro famiglie vivono da circa tre anni sotto scorta. Le sue dichiarazioni, accuratamente vagliate dall’autorità giudiziaria, sono state ritenute attendibili ed hanno portato ad arresti e condanne nell’ambito, tra gli altri, dei procedimenti 'Heliantus', 'Malefix' e 'Metamerià nei quali a Francesco Berna, quale persona offesa dal reato, è stato riconosciuto il diritto al risarcimento del danno per le innumerevoli estorsioni subite, nel corso di quasi trent'anni, nello svolgimento della propria attività imprenditoriale».

L'avvocato Giurato interviene anche in merito alla richiesta di rinvio a giudizio, per associazione mafiosa e concorso esterno, avanzata dalla Dda rispettivamente nei confronti Demetrio e Francesco Berna. Secondo il legale, i fratelli «negano con fermezza ogni responsabilità ed ogni, benché minimo, coinvolgimento in attività di natura illecita. Ribadiscono che l'unica contiguità, nient'affatto compiacente, con gruppi della locale criminalità organizzata è quella che sono stati costretti incessantemente a subire, a causa delle soffocanti richieste estorsive subite da parte delle diverse compagini criminali operanti sul territorio».

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