La sala scelta a Roma si è rivelata fin troppo piccola per contenere la gente desiderosa di abbracciarlo o di stringergli la mano. Posti a sede esauriti e gente anche in piedi nella rappresentanza italiana del Parlamento europeo per la presentazione del libro “Io sono libero” (Pellegrini editore) che l'ex presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti ha dedicato alla propria vicenda politica e giudiziaria. La condanna per falso in bilancio, la lunga detenzione, la solidarietà e l'umanità dei detenuti trovati in carcere, la dedizione degli agenti di polizia penitenziaria e anche la spinta verso il riscatto del lavoro ritrovato sono al centro del volume-intervista a cura di Franco Attanasio.
Scopelliti era visibilmente emozionato. Tornare a parlare in pubblico dopo anni di silenzio non è mai facile, neppure per un politico navigato. Accanto a lui c’era Gianfranco Fini («Il mio presidente», ha detto l’ex sindaco di Reggio), in sala molti suoi ex compagni di partito come Gianni Alemanno, Mario Landolfi e Domenico Nania e anche il leader dell’Udc Lorenzo Cesa. Molti altri sono rimasti fuori.
«Sono stato in silenzio a lungo – ha esordito Scopelliti – e oggi è davvero bello riprendere la parola in pubblico. Avverto una sensazione strana, che fa da contraltare a quella condizione d’impotenza che ti assale quando entri in carcere.
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