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Confisca beni e sorveglianza a Reggio: il Tribunale rigetta le richieste

La difesa: «La corretta ricostruzione del profilo patrimoniale ha giustificato tutti gli acquisti compiuti nel corso degli anni»

No alla confisca dei beni e no alla misura personale della Sorveglianza speciale. Il Tribunale misure di prevenzione di Reggio Calabria, accogliendo le argomentazioni difensive, ha respinto la richiesta di sottoposizione a Sorveglianza speciale e di confisca dei beni avanzata nei confronti di Carlo Caridi, imprenditore edile reggino.
Carlo Caridi, difeso dall’avvocato Francesco Calabrese, era stato destinatario di una proposta di sottoposizione alla Sorveglianza speciale in virtù del fatto che lo stesso era stato coinvolto, in epoca pregressa, in una vicenda processuale (procedimento “Entourage”) che aveva riguardato attività di condizionamento di aste pubbliche per la attribuzione di appalti per opere edili che, secondo l’assunto accusatorio, sarebbero state anche riferite a logiche di natura mafiosa. Dalla proposta era anche derivata un’analisi delle proprie capacità economiche che aveva condotto ad un sequestro preventivo della ditta riconducibile allo stesso e ad una consequenziale richiesta di confisca della stessa.
In sede di discussione l’avvocato Francesco Calabrese, analizzando la posizione soggettiva del Caridi, ha evidenziato come «la vicenda processuale nella quale lo stesso era stato coinvolto si era conclusa con esito positivo per lo stesso indagato; in ogni caso non era possibile che venissero richiamati elementi utili per derivare da questo è un giudizio di pericolosità.

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