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Sanità a Reggio e provincia. I 51 medici cubani non bastano

Dall’immissione in servizio in ospedale primi risultati positivi ma l’emorragia di personale è continua. Strutture in affanno e i concorsi sono lenti. Mistero sul ruolo di Agenas

E’ passato quasi un mese da quando i primi 51 medici cubani reclutati dalla Regione sono in servizio presso gli ospedali dell’Azienda sanitaria provinciale reggina. I primi 30 giorni sono ancora pochi per tracciare un bilancio delle attività ma le prime impressioni sono positive. Da quello che filtra dagli ospedali di Melito Porto Salvo, Gioia Tauro, Polistena e Locri, la presenza dei medici arrivati da Cuba sta avendo un impatto positivo sui servizi anche in termini di aumento di presenza di personale sanitario nei reparti, soprattutto quelli di emergenza-urgenza particolarmente colpiti dalla carenza di personale. Ma c’è comunque un dato non trascurabile da considerare e legato alla circostanza che questi 51 professionisti non bastano per sopperire alle drammatiche scoperture che negli anni hanno eroso il personale in servizio presso le strutture sanitarie reggine e calabresi. I medici cubani che stanno dimostrando di avere capacità e conoscenze hanno anche iniziato ad ambientarsi dove lavorano ma tutti sono scienti che si tratta di una misura tampone.

I pensionamenti

Nel corso degli ultimi anni, complici anche le misure del governo con le pensioni anticipate, gran parte del personale sanitario è fuoriuscito dal bacino dell’Asp e non è stato sostituito perché per lungo tempo è stato in vigore il blocco del turn-over. E anche nell’anno in corso sono in programma tantissimi pensionamenti che fanno venire i brividi agli amministratori dell’Asp sempre più in difficoltà a gestire i servizi sanitari sul territorio.

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