«Se ho sbagliato è giusto che paghi»: così l’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, ieri mattina ha chiesto «un’assoluzione morale», precisando di non provare né rancore né desiderio di vendetta. Il suo intervento, in piazzetta Donna Rosa, nel cuore del centro storico, è stato preceduto dagli interventi di Sasà Albanese, ex segretario provinciale dei Verdi, e seguito da testimonianze e messaggi di solidarietà nei suoi riguardi, coordinati dal giornalista Pietro Melia.
Ad organizzare l’incontro, già da settimane, un comitato composto da associazioni, gruppi e privati che hanno indetto l’iniziativa per «valorizzare, non criminalizzare» l’esperienza del “modello di accoglienza” che con Lucano qui ha visto la luce. «Siamo donne e uomini che considerano l’azione di Mimmo Lucano, la sua condotta di vita e il suo ruolo istituzionale implicitamente ispirati ai valori della Costituzione Repubblicana e, riconoscendosi pienamente nel suo esempio, vogliono continuare a sostenere globalmente l’opera di accoglienza e solidarietà che ha fatto conoscere Riace in tutto il mondo».
«Non voglio diventare come quelli che perseguono e che condividono la logica della vendetta giudiziaria e che inneggiano al 41-bis, anzi io voglio anche esprimere la mia personale solidarietà verso Alfredo Cospito (applauso del pubblico), che si trova a subire quello che… è una cosa atroce, è una cosa atroce», ha detto Lucano il cui pensiero è anche andato alle vittime del naufragio a Crotone – l’incontro è iniziato con un minuto di raccoglimento in loro memoria – e ai migranti sopravvissuti che non devono essere definiti «clandestini», termine per lui discriminatorio.
Tra gli presenti, l’ex magistrato ed ex sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, si è detto ancora fiducioso di un cambiamento di rotta rispetto alla condanna di primo grado che ha colpito così duramente Lucano.
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