Da Milano a Padova, da Firenze Crotone fino a Reggio Calabria. Si snoda lungo tutto il Paese la mobilitazione di chi dopo la tragedia di Cutro chiede una politica di soccorso comune nel mare. Perché il Mediterraneo, il mare nostrum non si trasformi in un abisso di indifferenza. All’appello alla mobilitazione della Rete 26 Febbraio risponde il mondo dell’associazionismo e non solo. Davanti al Palazzo territoriale del Governo si chiede che il Mare non sia più cimitero di vite respinte, ma ponte verso un’Europa di accoglienza e solidarietà. In riva allo Stretto in piazza assieme ai volti di chi si impegna per il rispetto dei diritti di chi chiede soccorso, accoglienza, asilo anche i componenti dell’equipaggio della SeaWatch la nave ong che da settembre è ferma al porto, bloccata dalla Capitaneria di porto per un fermo amministrativo. Ottemperati tutti i rilievi tecnici si attende l’ispezione finale per liberare finalmente in mare una delle navi più grandi e meglio equipaggiate che presta soccorso a chi fugge dagli scenari di guerra.
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