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'Ndrangheta a Reggio: "Pedigree” in Corte d’Appello con Minerva e il rito del “cuccu”

Alla sbarra le nuove leve della cosca Serraino. L’avvocato Gatto ha chiesto che venga applicata la riforma Cartabia

È iniziato davanti alla Corte di Appello presieduta dal giudice Olga Tarsia (a latere Palumbo e Lauro), il processo "Pedigree", che vede imputati per associazione mafiosa e reati fine, le nuove leve della cosca Serraino, che è stato definito in primo grado con il giudizio abbreviato.
Immediatamente in sede di apertura del processo di secondo grado sono state avanzate due richieste, La prima dall'avvocato Lorenzo Gatto, difensore di Antonino Barbaro considerato tra i promotori della cosca; la seconda effettuata dal pm Walter Ignazitto, applicato anche in Appello. L'avvocato Gatto ha preannunziato una possibile rinuncia ai motivi di appello, in favore del proprio assistito, chiedendo l'applicazione della riforma Cartabia, che premia con la riduzione di un sesto della pena tale decisione. Il penalista reggino si è riservato alla prossima udienza di esporre le proprie ragioni, considerato che tale richiesta, è intesa dalla riforma, da presentare all'esito del giudizio di primo grado. L'avvocato Gatto ha anticipato che sul punto vi sono due pronunce contrastanti di altre autorità Giudiziarie e che in ogni caso può considerarsi tale riforma con effetto retroattivo per principio del favor rei. Ovviamente qualora non si dovesse pervenire ad un accoglimento della richiesta, il penalista reggino ha preannunciato che sarà sollevata questione di legittimità costituzionale.
La seconda richiesta ha invece riguardato l'ufficio di Procura che ha depositato i verbali di un nuovo collaboratore di giustizia, Carmine Minerva, che secondo quanto da lui riportato era stato "battezzato" ’ndranghetista in carcere di Paola da Maurizio Cortese, anche lui oggi collaboratore di giustizia. Dai verbali depositati emerge un nuovo tipo di affiliazione alla ’ndrangheta fino ad oggi sconosciuto: ovvero l'affiliazione del «cuccu con il morto».

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