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Gioia Tauro, gli immigrati vivono sempre in condizioni precarie

Il rapporto della clinica mobile di Medici per i Diritti Umani sui braccianti che vivono nella Piana. Sale la paga minima ma le irregolarità retributive e contributive restano la regola

Per il nono anno consecutivo, il team della clinica mobile di Medici per i Diritti Umani (Medu) è tornato ad operare in Calabria nella Piana di Gioia Tauro durante la stagione di raccolta agrumicola, nell’ambito del progetto “Campagne aperte: laboratorio di pratiche territoriali per promuovere dignità di vita e di lavoro”, che coinvolge un’ampia rete di organizzazioni locali.
Anche in questa stagione, l’intervento di Medu si sviluppa attraverso l’assistenza sanitaria e l’orientamento socio-legale ai lavoratori agricoli che vivono nella tendopoli di San Ferdinando, nel campo container di Rosarno, nell’insediamento di contrada Russo nel comune di Taurianova e nei casolari abbandonati nella frazione Drosi del comune di Rizziconi.
Nei mesi di febbraio e marzo il team, costituito da una coordinatrice, un medico, due mediatori linguistico-culturali, un operatore socio-legale e un logista, ha assistito in totale 55 persone effettuando 70 consulti, tra visite mediche e orientamento legale. La popolazione assistita è costituita da giovani uomini provenienti dai paesi dell’Africa occidentale, con un’età media di 36 anni e provenienti soprattutto da Mali, Gambia, Senegal e Costa D’Avorio.

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