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Psichiatria a Reggio, la lunga vertenza finisce sul tavolo del Ministero

L’attesa risposta che sbloccherebbe accreditamenti e ricoveri. I vertici della Regione e dell’Asp hanno scritto per chiedere un aumento dei posti letto riconosciuti per il territorio

Un incontro che apre alla speranza. Si riuscirà davvero a fare uscire dalle paludi una vertenza che da otto anni blocca ricoveri e accreditamenti sul territorio reggino? La palla adesso è passata al Ministero, si perché nell'ultima convocazione alle cooperative, i rappresentanti della Regione e dell'Azienda sanitaria provinciale hanno tracciato un nuovo scenario. Dalla Calabria è stata inoltrata la richiesta a Roma di aumentare (di ottanta unità) i posti letto riconosciuti nel fabbisogno per le strutture di accoglienza residenziale. Adesso la risposta dovrebbe maturare nel corso dei lavori del tavolo Adduce. E se, come sperano i vertici della sanità reggina e calabrese, l'esito sarà positivo questo dovrebbe far rientrare anche i contenziosi pendenti al Tar. La prima fase dell’ennesimo percorso di accreditamento infatti aveva lasciato fuori delle realtà che operano da anni nel settore, anni in cui sono stati garantiti servizi ed assistenza. L'esito negativo della richiesta si era tradotto in un ricorso ai giudici amministrativi. L'obiettivo adesso con la richiesta di aumentare il numero dei posti è quello di riuscire a garantire che tutte le cooperative possano vedere riconosciute le loro richieste.

Dalle istituzioni arrivano rassicurazioni: una manciata di mesi, questa la situazione prospettata, la complicata operazione degli accreditamenti dovrebbe finalmente essere ultimata e questo finalmente metterebbe fine alla vergogna dei ricoveri bloccati da otto anni. Ma tante volte in questi lunghi anni sono state ascoltate promesse e impegni, in diverse circostanze sembrava che la situazione fosse vicina finalmente alla soluzione, salvo poi ripiombare di nuovo nel caos.
Va avanti così da quando è stato chiuso l’ospedale psichiatrico all’indomani della legge Basaglia. A Reggio è stato creato un sistema misto pubblico privato che in questi decenni ha generato vertenze, precarietà, disagi e soprattutto il blocco dei ricoveri.

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