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Processo "Cassa continua" a Reggio, Pietro Toscano condannato a 22 anni e 2 mesi

L'uomo è stato assolto da 10 capi d'imputazione sui 13 complessivi che gli venivano contestati

Tribunale di Reggio Calabria

Cade l'accusa di essere «capo promotore» dell'associazione mafiosa che viene riqualificata in «partecipazione», assolto da dieci capi di imputazione (compreso il rinvenimento di un arsenale di armi, anche da guerra, e munizioni) sulle tredici contestazioni complessive, ma subisce la condanna a 22 anni e 2 mesi di reclusione . Si è concluso in Tribunale collegiale a Reggio il processo di primo grado a carico di Pietro Toscano, tra i principali imputati dell'inchiesta “Cassa continua”, anche lui indicato dalla Procura antimafia di Reggio tra i personaggi di primo piano della cosca Labate, operativa nei quartieri della cintura urbana sud di Reggio Calabria, Gebbione e Sbarre.
Regge il capo d'accusa di estorsione ai danni di una ditta di onoranze funebri.
Pietro Toscano è difeso dall'avvocato Corrado Politi, in sinergia con l'avvocato Antonino Priolo, che commenta: «Parzialmente soddisfatto per l'esito, atteso il verdetto assolutorio per dieci imputazioni su 13. Resto assolutamente convinto dell'innocenza di Toscano che non è a capo di alcuna articolazione di 'ndrangheta cosi come ha statuito la sentenza! Con il collega Priolo leggeremo la motivazione e proseguiremo questa battaglia in Appello».

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