Si è presentato nuovamente in caserma, ieri mattina, per formalizzare le proprie ammissioni, così come aveva anticipato, il giovane commerciante gioiese Salvatore Zito, 41 anni, che lo scorso 25 aprile ha aggredito afferrandolo per il collo l’ammiraglio Andrea Agostinelli, presidente dell’AdSP dei Mari Tirreno meridionale e Ionio.
Zito, accompagnato dall’avvocato Francesco Nizzari dello studio legale Mimmo Infantino senior, dispiaciuto e consapevole della gravità del gesto, ha interloquito a lungo con il comandante della Compagnia, capitano Andrea Barbieri, spiegando di aver avere agito d’impeto e ricostruendo nero su bianco l’accaduto.
Pronto a pagare le conseguenze delle sue responsabilità e visibilmente mortificato, aveva già detto di essere pronto a chiedere scusa evidenziando, però, di aver perso il controllo perché non sopportava più le parole pronunciate dall’alto ufficiale rispetto ad una vicenda drammatica che ha colpito la sua famiglia.
Salvatore Zito, incensurato e conosciuto come una persona di solito mite, è infatti cognato del defunto Agostino Filandro, imprenditore morto il 21 giugno del 2019 mentre si trovava a bordo dell’imbarcazione da diporto “L’isola che non c’è”, pronta per l’alaggio nello specchio d’acqua antistante la banchina di ponente dello scalo di transhipment, travolto dal cedimento del braccio di una gru obsoleta.
Un decesso per il quale, di recente, sono stati rinviati a giudizio per concorso in omicidio colposo lo stesso Agostinelli, il responsabile del settore “Vigilanza e sicurezza” dell’Authority, Mario Piromalli; l’amministratore unico della “Port security”, Marcello Filocamo e due guardie giurate di servizio al gate d’ingresso e che ha visto il patteggiamento a 2 anni e 8 mesi per lo stesso reato il titolare della cooperativa “Modulus” che aveva nella disponibilità la gru in questione e il manovratore del mezzo, ovvero i fratelli Zito, cugini di Salvatore.
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