La Città dello Stretto fa da apripista alla rivoluzione nella gestione dell’idrico. Il Comune reggino è stato il primo a sottoscrivere l’accordo con la Regione per il passaggio che vede “transitare” alla nuova autorità le competenze del settore ma anche la forza lavoro. Per questo i rappresentanti dei lavoratori del comparto chiedono chiarezza rispetto all’iniziativa che in questa fase coinvolge nell’area di Reggio 120 dipendenti, ma che in prospettiva potrebbe riguardare un’importante fetta delle maestranze in tutta la Regione. La riorganizzazione del servizio idrico integrato alla luce della recente riforma legislativa regionale genera apprensione tra le maestranze che si occupano per diversi segmenti della filiera dell’idrico e della depurazione, dalla bollettazione e riscossione alla manutenzione della rete e degli impianti. Sul tappeto il cronoprogramma di questa “staffetta” di competenze e responsabilità, il futuro occupazionale che coinvolge oltre un centinaio di dipendenti che oggi operano all’interno delle società funzionali dell’ente (il caso dei lavoratori che si occupano della parte amministrativa che oggi sono di Hermes, quelli che si occupano della manutenzione della rete idrica dipendenti di Castore) o di società private, Idrorheghion che per conto dell’Ente si occupano degli impianti di depurazione e della rete fognaria. Un appello alla chiarezza partito dalla Cgil che dopo l’incontro con il sindaco facente funzioni Paolo Brunetti ha trovato un riscontro dalla cittadella.
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