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Rubati i risparmi di una vita: 4 arresti per la violenta rapina ad una coppia d'anziani a Pellaro. La badante era la basista

«Hanno agito, nei confronti di persone indifese, con estrema violenza morale e fisica, pur di ottenere l’agognato illecito guadagno». Lo scrive il Gip di Reggio Calabria, Antonino Laganà, facendo riferimento agli arresti eseguiti stamattina dalla Polizia delle quattro persone accusate della rapina fatta il 16 giugno del 2022 ai danni di una coppia di anziani nella loro abitazione del quartiere Pellaro. Secondo il Gip, inoltre, «c'è il concreto ed attuale pericolo che gli indagati, qualora in libertà, possano commettere altri delitti della stessa specie, se non anche più gravi, con mezzi di violenza personale».

Le persone arrestate sono Alfredo Amato, di 32 anni, e Santo Morelli di 31, accusati di essere stati gli esecutori materiali della rapina; la badante della coppia di anziani, Maria Lucisano, di 50 anni, suocera di Santo Morelli, che avrebbe fatto da basista per la rapina fornendo le indicazioni sul posto in cui le vittime custodivano una consistente somma di denaro, e Demetrio Calluso, di 43, che avrebbe noleggiato il fuoristrada utilizzato da Amato e Morelli per raggiungere il luogo della rapina. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita a carico dei quattro arrestati è stata emessa dal Gip su richiesta del Procuratore della Repubblica, Giovanni Bombardieri, e dal sostituto procuratore Sara Parezzan. Dalle indagini condotte dalla Squadra mobile di Reggio Calabria, diretta da Alfonso Iadevaia, è emerso inoltre che Maria Lucisano, percettrice tra l’altro di reddito di cittadinanza, dopo la rapina alla coppia di anziani aveva acquisito una notevole disponibilità economica, così come il genero.

Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile sotto le direttive della Procura della Repubblica, sono partite dalla denuncia delle vittime (marito e moglie: lui cl. 29 e lei cl. 36), entrambi deceduti per cause naturali nei mesi scorsi, che raccontarono di essere stati rapinati durante le ore pomeridiane da due soggetti travisati i quali, dopo aver sfondato la porta di ingresso, li costrinsero con la forza a stare fermi in un angolo della casa, gli tapparono la bocca con la mano per non farli gridare e si diressero in modo sicuro nella stanza da letto, aprendo un cassettone dove le vittime custodivano i risparmi di alcuni anni.

Proprio la dinamica dell’evento fece ritenere che gli autori della rapina avessero agito essendo in possesso di dettagliate informazioni sulle abitudini dell’anziana coppia. A fornire i primi sviluppi investigativi è stata la meticolosa analisi delle telecamere, che ha permesso di individuare la macchina utilizzata dagli autori della rapina, poi risultata noleggiata da uno degli arrestati che si prestava in modo sistematico a noleggiare macchine che poi metteva a disposizione dei complici. Partendo dal noleggiatore del veicolo, l’analisi dei tabulati e le intercettazioni telefoniche hanno permesso di raccogliere gravi indizi a carico dei due autori materiali della rapina, uno dei quali è risultato essere il genero dell’ultima badante delle vittime, anch’essa colpita da misura cautelare. A carico della donna, tra gli altri indizi, vi è il fatto che si è licenziata pochi giorni dopo manifestando, per come emerso dalle intercettazioni, una insolita disponibilità di danaro nelle fasi successive alla rapina.

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