«Reggio non è una città normale». L’incipit non è originale, tuttavia serve alla Filt-Cgil per fotografare «la più pesante crisi di classe dirigente della storia di Reggio. Siamo preoccupati oltre come sindacato anche come cittadini. La vicenda dell’Aeroporto dello Stretto è emblematica». Muovendo, dunque, da questa premessa, la Filt-Cgil fa alcune considerazioni iniziando «da una task force che non ha funzione amministrativa o istituzionale, ma si arroga il diritto di convocare il governatore, i parlamentari, i sindaci, la Sacal intimando loro, addirittura, che in assenza di un’accondiscendenza rispetto alle loro strampalate idee andranno dal Ministro dei trasporti e all’Enac. Non vi è cultura amministrativa e istituzionale: è, invece, la più scadente forma di commedia dell’arte di cui la politica reggina sta dando prova! Bisogna fare i seri e non giocare con gli interessi reali e concreti dello scalo reggino, dei cittadini e dei lavoratori».
Poi la Filt-Cgil pone alcune domande: «La Città metropolitana deve spiegare perché nell’ottobre 2017 non ha inteso entrare con il 10% delle quote, quasi 2 milioni di euro, nel capitale sociale della Sacal? Sarebbe interessante sapere se oggi conferma la stessa tesi che ha sostenuto allora! E perché non ci viene ripetuto cosa s’intendeva fare per salvare i posti di lavoro nel mentre invece 107 persone venivano licenziate? E ancora perché la Metro City è rimasta in assoluto silenzio quando alcuni settori della Giunta regionale e alcuni enti locali tentavano di favorire i privati nella Sacal con l’obiettivo di chiudere lo scalo reggino e ci hanno lasciato soli nella denuncia di quella vicenda? Ci può dire con quali privati oggi sta colloquiando?»
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