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Reggio, omicidio Ielo: "Ricostruzione rigorosa e testimoni attendibili"

La Corte d’Assise motiva la sentenza sull’agguato mortale al tabaccaio di Gallico. I giudici: «Pieno valore di prova deve riconoscersi alle dichiarazioni del tutto attendibili, riferite a fatti specifici, dettagliate e compatibili»

Quattro condanne, di cui due all’ergastolo, per avere avuto un ruolo nell’agguato, e nella precedente rapina intimidatoria, al tabaccaio, ed ex carabiniere, Bruno Ielo, l’esercente di Gallico ucciso perchè concorrente scomodo nella popolosa frazione a nord della città. Mano pesante della Corte d'Assise di Reggio (presidente Natina Pratticò, giudice a latere Giovanni Velardi): ergastolo per Francesco Polimeni (con isolamento diurno per 14 mesi) e Francesco Mario Dattilo (12 mesi di isolamento diurno); 30 anni a carico di Cosimo Scaramuzzino a cui è stata riconosciuta l'attenuante di aver avuto «minima importanza nella preparazione o nell'esecuzione del reato»; 15 anni a Giuseppe Antonio Giaramita. Rispettivamente, per il pool d'indagine, il mandante, l'esecutore materiale, l'autista e la partecipazione alla precedente rapina “camuffata” alla rivendita di tabacchi di Gallico.

Nelle motivazioni della sentenza i Giudici mettono in evidenza il chiaro quadro d'accusa e ogni step di valutazione che ha condotto al verdetto di primo grado: «Nessun dubbio possa residuare in ordine alla corretta ricostruzione dei fatti sulla scorta del valore e del contenuto delle prove offerte alla valutazione della Corte, a partire dalle dichiarazioni rese dai testimoni che sono stati escussi nel corso del processo, tra i quali anche molti collaboratori di giustizia. In ordine ai criteri di valutazione di tali fonti, avuto riguardo in primo luogo ai testimoni citati dal Pm, differenti dai collaboratori di giustizia, e a quelli citati dalle Difese, la valutazione è stata condotta su due piani tra loro progressivi: in primo luogo, è stato esercitato un sindacato sulla credibilità del dichiarante e sull'attendibilità dell'elemento di prova; a ciò, ha fatto poi seguito la valutazione di tali prove nel caso concreto, alla luce del patrimonio conoscitivo nel suo complesso».

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